domenica 30 marzo 2008

Il cacciatore di aquiloni


Epico, forte, crudo. Il nuovo film del promettente regista anglo-tedesco Marc Forster colpisce duramente lo spettatore come un pugno nello stomaco. La storia di un'amicizia tradita e di un riscatto dalle colpe passate, sullo sfondo di un Afghanistan martoriato da guerra e integralismo, violentato e umiliato dal razzismo come il piccolo Hassan.
Forster si rivela un regista abilissimo nell'orchestrare un cast di attori completamente sconosciuti nel mondo Occidentale, il che è sicuramente un bene, c'era il rischio di avere i soliti Omar Sharif, Ben Kingsley, Antonio Banderas ecc. , a interpretare personaggi di etnia araba pur non essendolo.
Affidarsi a un cast di sconosciuti poteva essere un rischio, ma le interpretazioni non potevano essere più perfette di così. Probabilmente è la cosa che ho più amato nel film. L'attore che interpreta il padre del protagonista avrebbe meritato una candidatura all'Oscar, mentre Forster riesce a dirigere benissimo anche i bambini, come aveva già dimostrato nel bellissimo Neverland.
Perfette le musiche di Alberto Iglesias, capaci di sottolineare i momenti più importanti con uno stile sempre nuovo.
Ogni scena è stata resa alla perfezione, ripresa paro paro dalle pagine del romanzo di Khaled Hosseini. Merito della sceneggiatura del bravo David Benioff (Troy e il prossimo Wolverine)
Davvero un gran film, dal respiro internazionale, che trova la sua forza nel cast perfetto.

1 commento:

Corinna ha detto...

a me invece non è piaciuto molto... anni luce dal libro secondo me!