giovedì 4 ottobre 2012

Killer Joe




"Killer Joe è la storia di Cenerentola, ma si dà il caso che il principe sia un killer a pagamento". Così William Friedkin descrive il suo ultimo lavoro, che dopo tanti anni lo riporta finalmente a un cinema che conta. Quando lo spacciatore di mezza tacca Chris si indebita con dei malavitosi, d'accordo con padre, matrigna e sorella minore decide di ingaggiare Joe Cooper, un detective della polizia che per "arrotondare" fa il killer a pagamento, per uccidere la madre alcolizzata e far intascare alla famiglia i soldi dell'assicurazione sulla vita. Joe vuole essere pagato in anticipo, e così Chris, sprovvisto di denaro, accetta a malincuore di cedere sua sorella Dottie come caparra sessuale al killer fino al momento in cui potrà pagare. Ma la situazione degenera presto... Violento e grottesco affresco del whitetrash americano da roulotte, pulp fino al midollo ed esilarante nella sua raffigurazione di personaggi talmenti orribili e disgustosi da risultare quasi amabili, Killer Joe è trascinante nel suo cinismo politicamente scorretto, che non risparmia nulla allo spettatore alzando sempre più l'asticella della sopportazione, fino alla estrema esplosione di violenza finale, fatta di sangue a fiotti e polli fritti usati in maniera molto creativa. Cinismo e violenza che vengono però sia stemperati che valorizzati da un ampio e riuscito uso del black humour, che a più riprese ci mostra il film per ciò che è realmente: una commedia nerissima sul fallimento dell'unità familiare, dove si ride di gusto osservando gli abissi di abiezione e degrado a cui i protagonisti sono pronti a scendere. Cappello da cowboy in testa, guanti di pelle neri e pistola alla cintura, quasi fosse un residuato del vecchio West, Matthew McCounaghey regala la prova della sua carriera, lontano di chilometri dai suoi personaggi da rom-com. Folle, perverso e sadico, Joe è un solitario in cerca di un pò di compagnia e stabilità, che non accetta ritardi ed imbrogli e risponde ad essi con violenza inaudita. Il suo amore nei confronti di Dottie non lo redime, ma se possibile lo rende anche più ossessivo nella sua professione. Il cuore autentico del film è dunque rappresentato da questa novella Cenerentola incarnata da una strabiliante Juno Temple: Dottie è l'unico personaggio innocente della pellicola, una sognatrice spinta solo dal desiderio di una realtà migliore e nascosta sotto l'apparenza di una svampita senza cervello. Con la scusa di fare il suo bene, viene usata come un agnello sacrificale per espiare i peccati dei suoi familiari e trattata come una merce di scambio, ma finisce per regalarsi di sua spontanea volontà all'uomo a cui è stata "venduta", vedendolo come unica via di fuga a cui aggrapparsi. In Killer Joe il senso della famiglia tanto caro al mondo statunitense è inesistente: tutti sono pronti a pugnalarsi alle spalle per i loro interessi, ma la loro stupidità gli impedisce di realizzarli e di vedere con chiarezza il quadro completo delle loro scelte, che inevitabilmente si ritorcono contro di loro. Emile Hirsch è perfetto nel rappresentare un giovane spacciatore che si infila in una situazione senza uscita, mentre Thomas Haden Church nei panni del padre è invece un ebete senza discernimento, con l'unico desiderio di stravaccarsi sul divano a tracannare litri di birra davanti alla tv. Completa il quadro una brava Gina Gershon, che interpreta la matrigna Shana, all'apparenza la più dritta della famiglia, e protagonista di quella che è la scena più estrema del film. Grazie alla sceneggiatura di ferro adattata dal drammaturgo Tracy Letts a partire da una sua pièce teatrale, e alla regia stilizzata, ordinata e non invadente di Friedkin, Killer Joe è un crescendo continuo di tensione, un moderno noir con tocchi di western e horror affogati nel grottesco e condito da una violenza che invece appare molto reale: un sapiente mix di generi che non lascia indifferenti, e un pugno nello stomaco (e perchè no, anche un calcio in faccia) al cinema hollywoodiano moderno. Solo William Friedkin poteva riuscirci, e dopo anni di passi falsi, ci si augura che a 76 anni possa finalmente ritrovare la sua strada.