sabato 6 agosto 2011

Rusty il selvaggio


Il rumble fish, anche noto come Betta splendens, è un pesce siamese noto per la sua aggressiva territorialità. In un acquario, due pesci maschi di questa specie si ucciderebbero a vicenda in brevissimo tempo. Rumble Fish è anche il titolo di questo film (banalmente tradotto in terra italiota con Rusty il selvaggio), girato da Francis Ford Coppola nel 1983, e ispirato al romanzo di S.E. Hinton, autrice di The Outsiders, anch'esso trasformato in film dallo stesso Coppola. Se quest'ultimo si qualifica come semplice e fin troppo nostalgico dramma giovanile, Rumble Fish è invece un opera complessa ed espressiva, in grado di racchiudere in sè l'eterno dramma della teen angst senza risultare banale o moralista.
La storia di due fratelli: Rusty (Matt Dillon), adolescente sbandato che rimpiange un periodo che non ho mai vissuto, quelle delle guerre fra bande in un tempo "d'oro" non ancora inquinato dall'eroina, il cui più grande sogno è quello di essere come il suo "mitologico" fratello maggiore, The Motorcycle Boy (notare l'assenza di nome proprio, che non viene mai pronunciato), che proprio di una banda era l'indiscusso e amatissimo leader. Quest'ultimo è appena uscito di galera e ora si aggira senza meta, spezzato come un Dio caduto, stufo di essere idolatrato e ridotto all'ombra di sè stesso, uno stato d'animo che Rusty, così voglioso di essere amato, non riesce proprio a comprendere.
Al centro di Rumble Fish vi è una eterna ed instancabile ricerca di sè stessi alla scoperta della propria autentica natura, ma soprattutto la lotta interiore che si svolge nel mentre di questa ricerca. Rusty cerca un'identità, e "ricalcare" il comportamento del fratello gli sembra l'unica soluzione; mentre The Motorcycle Boy è stufo della sua immagine pubblica di "Robin Hood e Pifferaio magico" e cerca di adattarsi ad una vita sedentaria, ostacolato da una probabile tossicodipendenza. I due fratelli saranno destinati a non comprendersi mai se non nel drammatico finale, e la tagline del poster del film riassume perfettamente questa dinamica: Rusty James can't live up to his brother's reputation. His brother can't live it down, che sintetizza come Rusty voglia essere suo fratello, mentre quest'ultimo non voglia essere sè stesso.
La forma stessa del film è ideata per ricalcare le percezioni dei protagonisti: il bianco e nero rappresenta il daltonismo di The Motorcycle Boy. Le uniche note di colore appaiono nel finale e in una scena particolare in cui due fratelli si recano in un negozio di animali e osservano i pesci siamesi del titolo, uniche forme a colori in un mondo in bianco e nero. Come i due pesci, anche i ragazzi del quartiere si ucciderebbero in brevissimo tempo se ne avessero l'occasione.
Nello stile del film si amalgamano influenze distantissime: la fotografia e i grandangoli rimandano a Welles, gli ambienti e le inquadrature sghembe all'Espressionismo Tedesco, insomma le influenze sono innumerevoli e tutte ben celate. Contribuiscono all'atmosfera la discordante colonna sonora reggae di Stewart Copeland, e i combattimenti tra bande coreografati a mò di balletto, in cui il realismo è volutamente assente.
Il cast presenta Matt Dillon e Mickey Rourke in interpretazioni da antologia: aggressivo, rabbioso, e infantile il primo; ferito, stordito e "(un)comfortably numb" il secondo. Ottimo Dennis Hopper nel ruolo del distante padre alcolista dei due. E' interessante giocare a riconoscere giovanissimi attori che oggi figurano nel pantheon di Hollywood: da Diane Lane al compianto Chris Penn, da Laurence Fishburne a Nicholas Cage...
Rumble Fish è uno dei migliori film di Francis Ford Coppola, e si fatica a comprendere le stroncature che ricevette alla sua uscita. Troppo poco Hollywoodiano?